Quando la newsletter è un buon strumento di marketing per una piccola impresa
La newsletter è un buon strumento di marketing per le piccole imprese? Sicuramente sì, se utilizzata come si deve. La newsletter funziona se ci sono le condizioni perché funzioni:
– una buona mailing list
– buoni contenuti
Una mailing list ben profilata, fatta di persone interessate a noi e organizzata considerando gli interessi specifici di ognuno è la base del successo di ogni campagna di newsletter.
L’interesse le persone dovrebbero averlo dimostrato fornendoci il consenso all’utilizzo dei loro dati. Non è un gesto da sottovalutare quello di chi ci permette di usufruire del proprio indirizzo mail per scopi commerciali: ci sta dicendo “Scrivimi pure, non mi disturbi”.
Usare senza consenso gli indirizzi di persone che nemmeno ci conoscono significherebbe sparare nel mucchio e sperare di avere un ritorno. Quello è spamming e, oltre ad essere vietato dalla legge, dal punto di vista dell’efficacia funziona – forse – su grandi numeri. Insomma è qualcosa da cui una piccola imprese dovrebbe stare alla larga.
Le newsletter portano risultati se quel che comunichiamo è di interesse per chi la riceve.
Usarle esclusivamente per offerte commerciali è una scelta che paga solo in parte. Io suggerisco di farne anche un uso redazionale, per diffondere articoli che raccontino episodi significativi della vita aziendale, che siano di ispirazione o offrano soluzioni ai problemi del destinatario.
I tassi di apertura, i clic di approfondimento ai singoli contenuti, i feedback di richiesta informazione o di contatto sono tanto più alti quanto maggiore è il valore attribuito dal destinatario all’informazione che gli arriva nella mail.
Lo dicono i report che ogni piattaforma di gestione delle newsletter offre. Io ho scelto di usare e insegnare l’utilizzo di quella più diffusa al mondo: Mailchimp, ma esistono diverse valide alternative, come SendinBlue e l’italianissima Mail Up.