Scrivere e farsi capire: tre regole contro la comunicazione pigra e fumosa
Le parole sono importanti nella comunicazione, ma spesso ne usiamo troppe e di difficile comprensione. Per evitare che il nostro messaggio cada nel vuoto, è essenziale seguire alcune regole. In questo articolo, ne suggerisco tre.
Un libro indirizzò la mia visione della scrittura quando muovevo i primi passi nel mondo della comunicazione. S’intitolava “Farsi capire”, scritto da Annamaria Testa, pubblicitaria, giornalista e saggista.
Annamaria Testa puntava il dito verso tante forme di comunicazione pigre, fumose e complicate in ambito di aziende e istituzioni. Il testo dava in pratica una spiegazione a quel senso di frustrazione che tanti di noi proviamo ogni qualvolta troviamo faticoso capire un’informazione: pensiamo al linguaggio della burocrazia, quello della politica oppure alle informazioni contenute nelle bollette del gas o della luce elettrica.
A volte certi modi criptici nascono da una deliberata volontà (ricordi il latinorum di Don Abbondio?), ma molto più spesso chi comunica non conosce o non considera l’ABC del farsi capire.
Ecco allora tre suggerimenti che mi sento di dare a chi desideri farsi capire meglio, quando scrive e non solo. Penso possano essere utili a chiunque si occupi di creazioni di contenuti nei progetti di digital marketing.
1) Non dare per scontato che il destinatario sappia di che cosa stai parlando
Chiediti se, nel suo bagaglio di conoscenza, vi siano tutte le informazioni necessarie per comprendere quel che stai dicendo.
In tal senso può tornarti utile applicare una delle regole base del giornalismo anglosassone: la regola delle 5W (who, what, where, when, why). Se un testo risponde alle cinque domande che iniziano con la lettera W – in italiano sono chi, cosa, dove, quando e perché – è probabile che tu stia trasmettendo un’informazione completa.
2) Abituati a glossare
Glossare è una buona pratica su cui mi ha fatto riflettere Patrick Facciolo, esperto di comunicazione efficace.
In altre parole, quando si è costretti ad utilizzare tecnicismi o termini specialistici, è buona norma prendersi lo spazio per una parentesi, un inciso, una riga in più di testo e chiarire. In questo modo, si evita di lasciare il destinatario della comunicazione con il dubbio sul significato dei vocaboli utilizzati.
3) Impara la SEO, anche per scrivere
Un suggerimento forse un po’ spiazzante.
SEO è un acronimo che sta per Search Engine Optimization, ottimizzazione in funzione dei motori di ricerca. È una disciplina che si occupa di migliorare la visibilità dei contenuti sui motori di ricerca.
Consiglio di approfondirne i meccanismi in quanto si occupa delle dinamiche con cui le persone si rivolgono a Google o ad altri motori di ricerca nel formulare le proprie domande: studiare le domande aiuta a capire i bisogni delle persone, a trattare gli argomenti dalla loro stessa prospettiva e con lo stesso linguaggio.
Farsi capire: conclusioni
Insomma farsi capire parte da noi, dalla nostra volontà di adottare comportamenti adeguati così da rendere il messaggio più accessibile e comprensibile. Più saremo facili da capire, più avremo dalle persone quell’attenzione a cui il nostro messaggio aspira.