Il social segreto della felicità
Lo scatto eseguito con lo smartphone da una mano poco esperta è adatto all’utilizzo sui social media in una strategia di marketing? O è meglio affidarsi ad immagini tecnicamente ineccepibili fatte da un professionista con strumenti professionali?
Va subito detto che è finita l’epoca del “Ah, se avessi con me la macchina fotografica per fermare questo momento!”. Una macchina fotografica e anche una videocamera oggi viaggiano sempre con noi, nelle nostre tasche, tra gli strumenti del nostro smartphone. Viviamo attimi, li fissiamo nella memoria digitale del nostro apparecchio, li condividiamo in tempo reale via internet: così facciamo ogni giorno.
Quella mole di foto che ci si scambia è – riconosciamolo – mediamente di qualità scarsa. A chiunque abbia dimestichezza con le basi della fotografia saltano agli occhi gli errori nella costruzione dell’immagine: fuori fuoco, cattiva gestione della luce e del colore, disequilibrio nella disposizione degli elementi. E gli stessi soggetti risultano spesso trasandati.
Diciamolo chiaramente: a volte non serve essere fotografi esperti, è sufficiente estraniarsi dal contesto per sentire che in quelle immagini qualcosa tecnicamente non funziona. Basterebbe confrontarle con le immagini che incontriamo fuori dai social, quelle della pubblicità o delle riviste patinate. Ma ci siamo abituati all’imperfezione, alle foto fatte da chi non sa fotografare.
La perfezione, lo sappiamo, è un traguardo ideale. È qualcosa di irraggiungibile quando l’area in cui operiamo è dettata da variabili in cui la creatività svolge un ruolo determinante. Ma anche nelle attività creative esistono teorie, punti fermi, regole la cui conoscenza e applicazione dovrebbero indirizzare la creatività verso il risultato migliore, la perfezione.
Ecco, le regole appunto. Baudelaire diceva in proposito. “Le regole sono fatte per essere infrante”. Sui social media le infrangiamo ogni giorno, e senza saperlo.
Le regole della scrittura per prime. Sono all’ordine del giorno sintassi approssimative, errori ortografici, punteggiature fantasiose e coniugazioni improponibili dei verbi. Succede perché non si conoscono le regole o le si sottostima. E più semplicemente perché si scrive di fretta.
Il risultato è l’omologazione di un codice linguistico che non rispetta le regole, anzi le riscrive agli occhi dei più, di quella moltitudine di persone che popolano i social network.
D’altronde più di due miliardi di persone attive su Facebook – senza contare i numeri di chi usa WhatsApp, Messenger, Twitter, Linkedin e simili – generano una massa di informazioni da leggere la cui forma imperfetta diventa la norma. Ma è l’effetto collaterale di quello stesso fenomeno che ha portato la gente a riscoprire un’attività creativa, la scrittura appunto, a cui nei decenni precedenti – se ci pensate – ci si stava gradualmente disabituando.
Anche la forma visiva della comunicazione ha imposto nuovi standard.
E nel marasma di testi scritti male e immagini imperfette il nostro cervello va oltre. Sospende il giudizio e in un testo o un’immagine di scarsa qualità formale va alla ricerca dell’informazione che l’autore voleva maldestramente comunicare. E spesso il messaggio passa comunque.
Anzi, il paradosso è che sui social un punto a chiusura di una frase suona male; e una foto tecnicamente ineccepibile il nostro cervello la assimila con diffidenza. Perché in qualcosa in cui non percepiamo imperfezioni sentiamo odore di qualcuno che vuole venderci qualcosa.
E il vendere, sui social network, è un’attività fuori luogo, perché le persone sui social non ci vanno per comprare ma per relazionarsi con altre persone, vivere esperienze, tutt’al più informarsi.
Sono dinamiche che dovresti considerare se gestisci il tuo marketing attraverso i social media. E allora che fare?
Mi tornano in mente le parole di una bella canzone di Eugenio Finardi:
“E dopo un po’ mi sono rilassato e con l’andar del tempo ho anche imparato che non serve esser sempre perfetti, che di te amo anche i difetti.”
Non serve essere sempre perfetti. Ecco la risposta.
Intendiamoci una buona padronanza della parola scritta e il rispetto delle regole del buon scrivere non potranno certo farti male. Tutt’altro. Saranno un passaporto prezioso nel tuo comunicare e la tolleranza che la rete accorda allo scrivere sciatto non può essere il tuo alibi. Per cui allena la tua scrittura e non accontentarti della prima stesura di un testo, lungo o breve che sia. E rileggilo più volte alla ricerca di errori o incongruenze. Ma rilassati nello scrivere, liberati da quel retaggio culturale che ti spingerebbe ad usare forme troppo ingessate, come la “V” maiuscola per dire “Voi”, e nell’usare parole che non pronunceresti nel conversare con un cliente o un amico.
Sii flessibile nella scelta delle immagini per i tuoi post. Una foto fatta da te, scattata con il tuo smartphone, potrebbe risultare più efficace di una foto perfetta acquistata presso una banca immagini stock, costruita in studio o pesantemente photoshoppata.
Un fotografo esperto, se non lo sei, potrebbe probabilmente fare meglio di te usando il tuo stesso strumento. Ma non sottovalutare il valore di uno scatto così.
Seppur imperfetto, può riuscire a documentare in tempo reale una situazione da un punto di vista esclusivo, il tuo. E la prospettiva da cui tu racconti il tuo mondo o quello della tua impresa, è forse il motivo per cui alcune persone hanno scelto di seguire la tua Pagina Facebook ad esempio. Qualche accortezza nel trovare le condizioni di luce migliori e una buona messa a fuoco, un po’ di pratica nel cercare un equilibrio visivo minimo tra i soggetti e le proporzioni dell’immagine dovrebbero portarti a risultati dignitosamente validi.
Significativo, in proposito, quanto illustrato tempo fa da TripAdvisor in un dossier riguardante gli elementi in grado di influenzare i giudizi degli utenti quando confrontano le schede di vari alberghi. Le immagini fotografiche sono considerate il primo fattore condizionante e Il consiglio che viene dato agli albergatori nella scelta delle foto da pubblicare è: “…che siano belle, ma non così tanto belle da sembrare finte.” Per cui niente foto costruite, ma solo scatti di situazioni vive e vere.
Insomma, ricapitolando un po’ di cose di cui ti ho parlato: l’imperfezione sui social si può anche tollerare, se questa riesce nel portare le informazioni a destinazione in tempi rapidi e aiuta ad essere credibili. Per cui perdonati qualche possibile sbavatura di stile nel gestire la tua strategia: sarai tu più felice e, incredibilmente, anche chi ti segue attraverso i social.