Metodi e qualità dei contenuti: il personal storytelling di una writer coach
Chissà se avrei mai conosciuto Alessandra Perotti in un’epoca senza i social. Attraverso Facebook ho infatti imparato ad apprezzare il lavoro di una professionista il cui lavoro è strettamente legato alla scrittura, abilmente raccontato sui canali digitali.
L’orginalità del suo caso, come esempio di personal branding fatto bene, mi ha suggerito l’idea di scambiare due chiacchiere con lei sui temi del personal storytelling, ovvero lo storytelling finalizzato al marketing personale.
Alessandra, in cosa consiste il tuo lavoro?
Io sono editor e quindi seguo autori di romanzi, racconti ma anche professionisti nella stesura della loro opera. A volte entro in scena come ghost writer scrivendo testi, articoli, libri, altre volte presto la mia consulenza editoriale sia a livello individuale che aziendale.
Il mio ruolo di writer coach si estende invece all’ambito della scrittura autobiografica e terapeutica, quella che Pennebaker (a cui dobbiamo gli studi sulla scrittura come cura al disagio) chiamava la scrittura espressiva.
Lavoro molto sui testi ma anche in aula con diverse tipologie di corsi.
La scrittura è un talento naturale o un’attitudine da coltivare?
La scrittura di qualità come altre forme d’arte e come altre professioni è un connubio di talento naturale – che è indispensabile – ma anche il risultato di allenamento, di pratica costante.
Nella mia attività di editor e writer coach – e anche di editore per molti anni – ho visto grandi risultati derivare dalla costante coltivazione di un’attitudine più che da talenti anche molto marcati ma lasciati incolti.
Quanto conta saper scrivere e raccontarsi nell’era dei social media?
Credo che mai come in questi anni la scrittura sia importante per comunicare, per definirsi. Nel web ancora di più. Le parole ci rappresentano, il modo in cui conduciamo un post, l’abilità di trasmettere emozioni attraverso la scrittura sono fondamentali.
Sapersi raccontare online poi è basilare. E questa capacità nasce dalla profonda sensibilità, dall’essere attenti alla propria storia e a quello che ci circonda. Tutto ha la dignità di essere narrato, la differenza la fanno le modalità di narrazione, il linguaggio, la capacità di affascinare il lettore. Le persone – che siamo noi – amano le storie, la conoscenza e l’apprendimento passano attraverso le storie.
Quali sono gli ingredienti del tuo personal storytelling, il tuo marketing personale?
Sai che cosa penso sempre? La mia più grande passione è diventata il mio lavoro: questo mi riempie di entusiasmo e credo che sia la prima cosa che passa alle persone, sono felice di fare quello che faccio, ci credo, studio ogni giorno per offrire contenuti di valore.
La scrittura poi mi aiuta nella comunicazione.
Cerco di lavorare anche con strategia: un buon calendario editoriale è indispensabile, presenza costante su più canali e contenuti di qualità per alimentare il personal storytelling.
Bisogna sperimentare sempre: adesso sto testando i tuoi metodi, lo sai? Siepe e Cinque Vasi. Li sto calando nella pratica quotidiana del mio lavoro.
Marketing è raccontarsi, aprire una porta per fare entrare gli altri nel mondo che abbiamo preparato per loro e in cui potranno esaudire i loro desideri. Condividere questa soddisfazione, la gioia di chi ha ottenuto quello che voleva non ha prezzo. Il vero business nasce da qui.