Metodi di storytelling digitale: una pazzia farli conoscere a tutti
“Che senso ha rendere accessibili – gratis a tutti – i tuoi metodi di storytelling digitale e di lavoro?”. Non immagini quante volte mi è stata rivolta questa domanda negli ultimi mesi, da quando nell’autunno del 2018 li ho resi pubblici nel sito di PLUME e, con i miei colleghi, ho dato vita al Club Raccontare le Imprese.
I metodi in questione sono SIEPE e Cinque Vasi. Nati nelle aule di formazione aziendale, accelerano l’apprendimento di quanto sia necessario fare per gestire una strategia di storytelling digitale. Il primo semplifica l’elaborazione del piano editoriale, ispira nuovi contenuti e allena la mente a dare forma a storie da raccontare. Il secondo (ideato anni fa con l’aiuto di Federico Di Leva) offre a chi scrive le parole adatte a catturare l’attenzione.

© New York – Foto di Lorenzo Lucca
Capisco, sembra un’azione insensata lasciare che tutti possano disporre, a costo zero, di una tua proprietà intellettuale, qualcosa a cui hai dedicato tempo, studio, impegno. Un metodo è un valore che il creatore in genere custodisce gelosamente, centellinando con parsimonia e provando a monetizzare ogni goccia.
Perché, allora, gratis?
Ho ponderato a lungo l’ipotesi prima di arrivare alla decisione, credimi. Era forte la tentazione di riservare a pochi – solo a chi fosse disposto a pagare – il privilegio di disporre di un modo nuovo di fare le cose. Tre ragioni mi hanno però suggerito di liberare tutto quel patrimonio da ogni vincolo, due dettate da questioni strategiche (nel coltivare la reputazione mia e quella di Plume), la terza da un mio piccolo sogno.
La prima ragione è la tutela della proprietà. Rendere disponibili i metodi significa agevolare la diffusione e, con essa, la consapevolezza di quale sia la fonte e chi ne sia l’autore. Potrei sbagliarmi, ma ho pensato che la forma di copyright più efficace per i due metodi sarebbe stato il passaparola: chi oserebbe plagiare impunemente qualcosa che tanti conoscono?
La seconda ragione è l’aspettativa in fiducia. Dare gratis una cosa per la quale qualcuno sarebbe disposto a spendere del denaro è una forma d’investimento: sacrifico del guadagno perché chiunque possa soppesare il valore del lavoro mio e dei ragazzi che lavorano con me. Una scelta di marketing che qualcuno potrebbe non condividere, ma solo il tempo potrà dire quanto sia stata indovinata.
La terza ragione, la più affascinante, è l’opportunità che i due metodi ci offrono di contribuire a diffondere cultura dello storytelling digitale in Italia. Nel mondo delle piccole imprese – per le quali i metodi sono pensati – c’è un gran bisogno di capire le opportunità del web, abbattere convincimenti radicati e stimolare una differente forma di pensiero attorno alla comunicazione. Ed il nostro Paese ha bisogno come il pane di imprese intraprendenti e capaci di comunicare.
In tal senso le storie quotidiane di cui ogni piccola attività imprenditoriale dispone sono una risorsa a cui attingere. Servono poi metodi – i miei e quelli di altri che vorranno seguire l’esempio – affinché quel patrimonio frutti.
Ecco, questa è l’idea che ho in mente: aiutare le imprese a valorizzare le proprie virtù affinché tornino a prosperare e portare lavoro e ricchezza per tutti.
Mi sbaglio? Forse, ma non mi arrenderò all’idea senza averci provato.
In ogni caso, per chi volesse avvicinarsi agli argomenti, qui ci sono i tutorial gratuiti dei metodi SIEPE e Cinque Vasi. Per chi non si accontenta, c’è anche un corso on-line a pagamento con cui approfondire: Videocorso Storytelling | Metodi per professionisti e piccole imprese. Se lo storytelling ti incuriosisce, puoi leggere questi esempi di storytelling selezionati da Elisa dal nostro portfolio di storie.